15:35 16-11-2025

Causa a New York: BMW ritenuta responsabile per ferita da porta soft-close, 1,9 milioni di risarcimento

A New York il proprietario di una BMW X5 ha vinto una causa contro la casa automobilistica dopo che la chiusura assistita della portiera gli ha ferito un dito. Ha perso la punta del pollice quando, con la mano appoggiata al montante, il meccanismo ha richiamato la porta. Pur non avendo riscontrato difetti durante l’ispezione, il tribunale ha stabilito che BMW non aveva avvertito in modo adeguato dei rischi.

La funzione soft-close debuttò sulla Mercedes Classe S W140 ed è da tempo un segno distintivo delle vetture di fascia alta. Il sistema accosta la portiera senza sbattere, ma una mano fuori posto può comunque trasformarsi in infortunio. BMW ha sostenuto che fin da piccoli si impara a non lasciare le dita nell’apertura della porta; la giuria, però, ha considerato la situazione come un’omissione informativa. Nella vita quotidiana, quando un gesto istintivo può costare caro, è un segnale che l’interfaccia non sta comunicando abbastanza: gli accessori di comfort restano sullo sfondo finché non ricordano che ergonomia e avvertenze chiare contano davvero.

L’appello non ha cambiato l’esito: il tribunale ha rilevato una violazione della normativa a tutela dei consumatori e ha ordinato a BMW di pagare 1,9 milioni di dollari a titolo di risarcimento per dolore, sofferenze e mancati guadagni. La sentenza mette a fuoco un concetto semplice: i tocchi di lusso a cui ci si abitua possono avere un peso legale quando la comunicazione non è all’altezza.

Non è la prima causa di questo tipo: diversi marchi hanno affrontato reclami sul funzionamento della chiusura assistita. I giudici hanno spesso osservato che le persone si sono sempre pizzicate le dita nelle portiere, ma questo caso ha fatto eccezione. La funzionalità resta un plus apprezzato nei modelli di alta gamma, e proprio per questo richiede messaggi precisi sui punti di schiacciamento.